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Le classi di regata

ORC / IRC
ORC e IRC sono i due sistemi di rating più frequentemente applicati nelle regate d’altura. Lo standard “ORC-International” dell’ORC (Organo tecnico dell’ISAF per le classi a rating) è lo standard internazionale ufficiale per le competizioni a rating; tiene in considerazione, fra molti altri fattori, la stabilità (tendenza al raddrizzamento, o momento trasversale), l’attrito, il momento longitudinale (o tendenza al beccheggio), il piano velico, la resistenza aerodinamica dell’albero, i materiali di costruzione, il baglio massimo, la profondità, il peso dell’equipaggio, le differenze di prestazioni dell’imbarcazione al variare dell’intensità del vento ecc. L’IRC, invece, fa della segretezza della formula, custodita dal R.O.R.C.( Royal Ocean Rating Club), il suo punto di forza. Così impedisce ai progettisti di elaborare disegni tesi a sfruttare eventuali buchi del regolamento e dà vita a una flotta omogenea, dove nessuna barca parte sapendo di essere già battuta. L’IRC non prende in considerazione fattori come il peso dell’equipaggio, le misure delle appendici – vengono comunque penalizzate le barche degli armatori che dichiarano di averle modificate – e il calcolo del momento raddrizzante che sono alla base dell’IMS e che hanno portato, in passato, sui campi di regata scafi estremamente instabili e ingovernabili già con 25 nodi d’aria.
Il calcolo dei compensi si basa sulla correzione del tempo reale (snobbando la distanza percorsa) e non fa ricorso alle “polari” (coefficienti di correzione che variano al variare dell’intensità del vento) che hanno rappresentato una delle principali fonti di disaccordo tra regatanti e comitati di regata, visto che l’intensità del vento in partenza potrebbe essere ben diversa da quella effettivamente incontrata sul resto del campo di regata.

TRIDENTE 16
Il Tridente 16 è stato disegnato dallo studio di progettazione interno al C.N.A. Cantiere Nautico. E’ una barca alla quale non manca certamente lo spazio, particolarmente indicata per le scuole vela o per la famiglia. Prende il neofita della vela e lo accompagna nei primi passi nell’affascinante mondo della vela in tutta sicurezza. Per essere una deriva è molto stabile, solida e facile da condurre. In origine lo scafo era a spigolo, ora è tondo. Le sue linee d’acqua all’avanguardia permettono altresì di raggiungere notevoli prestazioni grazie anche al generoso piano velico. Particolarmente robusta, con il pozzetto autosvuotante e con sedute ergonomiche ospita comodamente un equipaggio di 4-5 persone, comodi l’ampio gavone a tenuta stagna e il gavone per l’ancora.
Il Tridente 14 è stato disegnato dal progettista Paolo Cori. E’ una imbarcazione molto stabile sia da fermo che in navigazione, con un pozzetto molto ampio ed ergonomico con le sedute interne fino a poppa, un ampio gavone stagno di prua, il boma alto, un piano velico efficiente e versatile grazie alla inedita geometria della randa, appositamente sviluppata per questa nuova barca. Il TRIDENTE 14’ è una evoluzione del diffusissimo Tridente 16’ e si differenzia da quest’ultimo soprattutto per il minor peso, la maggiore stabilità e facilità di conduzione in navigazione, anche da una sola persona e manovrabilità a terra. Grazie alla sua semplicità ed estrema facilità di conduzione associate a ottime prestazioni a vela è il giusto compromesso sia per il neofita sia per il velista più esperto. Realizzata interamente in resina e tessuti di vetro su stampi femmina, garanzia di solidità strutturale duratura nel tempo. La sua solidità e stabilità sia da ferma che in navigazione superiore a qualsiasi altra imbarcazione di questo genere ne fanno una barca particolarmente indicata per le scuole vela e per la famiglia.

2.4 mR
Il 2.4 nasce a Stoccolma nel 1983 progettato da designers locali che utilizzarono la regola “R Metre” per creare un’imbarcazione singola a bulbo , la 2.4 mR. Si tratta di una vera e propria barca “purosangue” caratterizzata da una complessità e sofisticatezza da imbarcazione a bulbo, ma ai costi e con la sensibilità di una più semplice deriva. Si tratta di una sorella minore, in termini di dimensioni, ma non di stile di vela, delle più grandi imbarcazioni metriche 6m, 8m e 12m (queste ultime utilizzate per la Coppa America). Poiché il timoniere si trova seduto all’interno dello scafo esattamente davanti a tutte le manovre di controllo, la conduzione non è impegnativa dal punto di vista fisico e le regate vengono disputate in formula “open” cioè aperta a uomini, donne, giovani e non più giovani, abili e disabili, cioè tutti regatano insieme senza nessuna distinzione di categoria. Dato che il peso dell’equipaggio si trova sempre vicino al suo centro di gravità, l’imbarcazione 2.4mR non è sensibile alle differenze di dimensioni dell’atleta. Per contro si tratta di un’imbarcazione in cui sono molto sofisticate sia la regolazione delle vele, che la tattica, che la strategia di gara. La classe 2.4 ha ottenuto ben presto una notevole popolarità per le sue qualità uniche e si è diffusa in tutto il mondo. Nel 1992 la classe ha ottenuto lo status di “Classe Internazionale” e da allora ogni anno viene disputato il campionato del mondo con una partecipazione compresa fra le 60 e le 100 unità. Poiché il 2.4mR è adatto a velisti con disabilità fisiche è stato scelto come classe in singolo per le Paraolimpiadi a Sydney nel 2000. Le principali flotte si trovano nei paesi scandinavi, in Italia, in Inghilterra, in Germania, in Australia e negli USA.

MARTIN 16
L’imbarcazione Martin 16 è un piccolo sloop dalle alte prestazioni adatta per le persone diversamente abili. La chiglia appesantita la rende una barca molto sicura. La grande stabilità di questa barca, insieme alla postazione di manovra regolabile e ai speciali sistemi di controllo fanno del Martin 16 una delle imbarcazioni più accessibili e facili da manovrare. E’ comunque allo stesso tempo adatta per abili velisti in quanto garantisce prestazioni elevate. Inoltre il Martin 16 offre sistemi automatici di timonaggio e di alatura delle vele. Il Martin 16 ha una lunghezza fuori tutto di 4.9 metri, una larghezza di 1.21 metri, immersione con la chiglia abbassata di 0.40 metri, il dislocamento è di 330 kg e l’equipaggio è di 2 persone al massimo.

 

 

 

OPTIMIST

L’Optimist è un monoscafo dotato di una singola vela, solitamente utilizzato per l’introduzione alla pratica della vela.
Il disegno dell’imbarcazione è molto semplice: è essenzialmente una scatola in vetroresina con una mastra rinforzata per il sostegno dell’albero chiamata “panchetta”. Originariamente progettato nel 1947 da Clark Mills, ha delle caratteristiche di maneggevolezza in manovra sorprendenti, e il livello medio dei regatanti in questa classe è notoriamente molto elevato. La vela dell optimist e formata da 4 principali angoli e da un piccoche va dall angolo di penna al bozzello utile per cazzare e/o lascare il picco.

 

 

 

 

ILCA

Il Laser è un natante dotato di un’unica vela e di una deriva a baionetta, l’albero è composto da due pezzi uniti (parte bassa e parte alta, diversi per ogni classe di laser), senza sartiame, incastrato in una scassa. Viene utilizzata anche nelle competizioni olimpiche, ed è una disciplina che richiede una grande preparazione atletica e nautica.

 

 

 

 

 

 

 

 

J24

è il monotipo a chiglia fissa più popolare del mondo. È stato progettato da Rod Johnstone nel 1976 e nei primi vent’anni sono stati prodotti oltre 5200 scafi. In regata, l’equipaggio del J/24 è composto solitamente da cinque elementi, con un peso totale inferiore a 40o kg.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

HANSA 303

L’Hansa 303 nasce dall’idea di permettere di praticare la vela a persone alle quali per diversi motivi questo potrebbe risultare difficoltoso o poco agevole. E’ un deriva estremamente stabile e di semplice utilizzo, in grado di assicurare a principianti ed esperti grande divertimento sia a livello ludico che agonistico. Le soluzioni progettuali sviluppate dai cantieri Hansa, la rendono estremamente sicura anche in condizioni critiche e permettono anche ai più inesperti di approcciare alla navigazione a vela. L’albero non è insartiato e la randa è rollabile sullo stesso, anche la vela di prua è rollabile. Inoltre, grazie ad una serie di servomeccanismi, queste barche rendono possibile navigare a vela anche alle più gravi condizioni di disabilità, con grande meraviglia di chi non avrebbe mai potuto solo immaginare di solcare le acque di mari e laghi in totale autonomia.

flying

FLYING JUNIOR

Imbarcazione a vela progettata tra il 1954 ed il 1955 dall’architetto olandese Ulike van Essen. La funzione originale di questa imbarcazione a deriva era di costituire mezzo propedeutico all’uso del Flying Dutchman (gli atleti dell’epoca passavano per il FJ per approdare al FD percorrendo una preparazione graduale), per questo motivo, il Flying Junior è stato palestra formativa per tantissimi velisti di successo e derivisti di pari capacità.

L’imbarcazione fa parte delle Classi internazionali annoverate dalla Federazione internazionale della Vela (ISAF). Completamente rivisitata nelle ultime edizioni dei regolamenti di classe, il Flying Junior ha acquisito notevole tecnica e altrettanta manovrabilità in ogni condizione di vento.

wing foil

 

 

WING FOIL

È un’ala gonfiabile che si tiene in mano e permette di sfruttare il vento a bordo di qualsiasi tavola, meglio se dotata di hydrofoil. È una bella novità e una sintesi di tutto. Prende un po’ dal il surf, dal windsurf, dal kitesurf, dal Sup, ma non sostituisce niente. È semplicemente un’alternativa a tutto pronta ad essere assaporata da chi è curioso di provare. Quello che è certo è che permette di navigare liberi, leggeri, farsi spingere dal vento e divertirsi tra il mare e il cielo.

 

 

 

 

 

 

FLYING DUTCHMAN

E’ una classe di imbarcazione a vela progettata nel 1951 da Uus van Essen e Conrad Gülcher. Nota per la sua velocità e leggerezza, ha una lunghezza di circa 6,1 metri e una larghezza di 1,8 metri. Il Flying Dutchman è stato una classe olimpica dal 1960 al 1992 ed è stato utilizzato in molte regate internazionali. Ancora oggi è ancora una classe molto popolare per la sua velocità e manovrabilità.

 

 

 

 

 

 

 

FIREBALL (Foto di Urs Hardi)

Il Fireball è una deriva a trapezio con equipaggio di due persone. È soprattutto veloce e plana già con pochissimo vento. Sembra di veleggiare su una tavola da surf. Le sue performance appassionano i velisti esperti ma è sufficientemente stabile anche per i principianti. Lo scafo sottile (4.93m di lunghezza con un baglio di 137cm), un peso ridotto (76kg) e un piano velico generoso, fanno del Fireball un doppio con trapezio molto performante. Il look singolare a spigolo, con la prua tronca, trova giustificazione nel fatto che la barca esprime tutto il suo potenziale nel regime planante. In altre parole: la prua non c’è perché non serve. Il piano velico (13.2 mq di bolina) comprende una randa importante, un fiocco poco sovrapposto, ai quali si aggiunge con uno spinnaker di 13 mq. Il regolamento di classe è restrittivo su pesi minimi, misure e materiali, ma lascia invece libera la scelta dell’armamento, permettendo variazioni di misure e posizione dell’attrezzatura utili alla personalizzazione di ogni equipaggio. Ad oggi sono oltre 15.000 i Fireball in oltre 15 Paesi e le Associazioni Fireball nazionali
organizzano regate in tutto il mondo per velisti di qualsiasi livello. Attualmente lo scafo è realizzato in resina epossidica e kevlar, ma può essere ancora autocostruito in legno: i piani di costruzione sono reperibili tramite la Classe Fireball Italia. Il Fireball è una classe adatta agli equipaggi di ogni età, statura e peso che offre prestazioni considerevoli a costi moderati. Sempre più diffusi sono gli equipaggi misti.